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Wonder: il mondo va alla rovescia

Recensione del bestseller di R.J. Palacio (da cui il film con Julia Roberts). Romanzo crossover per decenni e adulti.




Ieri mia moglie mi diceva che nel parcheggio antistante la scuola elementare riservato ai disabili, all'ora dell'ingresso in classe, sostava una vettura sprovvista di tagliando di autorizzazione. Una madre ha atteso il proprietario dell'auto e, quando si è vista venire incontro una vaporosa signora, le ha chiesto se lei fosse autorizzata a sostare in quel posto. La donna, anziché, scusarsi per la sciocchezza commessa, ha immediatamente minimizzato. "Sono scesa solo un minuto per accompagnare mia figlia.." "Non credo, dato che la sto attendendo da almeno dieci minuti" ha risposto l'altra con tono fermo. "Eh, addirittura..?" ha provato a ironizzare la reproba con una smorfia irridente.


Giorni prima era successo un episodio ancora più spiacevole. Giunta a scuola alle 8:20 madre col figlio disabile, ha trovato il parcheggio riservato occupato da un auto che non pareva averne diritto. A bordo una donna che parla al telefono con due bambine che l'attendono sui sedili posteriori. Il genitore del disabile si avvicina e le chiede la cortesia di spostarsi. Questa fa segno di attendere, senza minimamente affrettarsi. La madre insiste, al che la donna interrompe la conversazione e l'apostrofa che se ha detto di aspettare un minuto non è la fine del mondo...


E, invece, questa è proprio la fine del mondo, perché di fronte alla proprie figlie la donna, tecnicamente una madre, ha indelebilmente mostrato che non devono avere rispetto per niente e per nessuno e che nessuno mai deve assumersi le proprie responsabilità, ma negare e attaccare anche a costo di divenire qualcosa meno che persona. Il futuro non è, quindi, delle donne, non è degli uomini e nemmeno dei bambini. Il futuro è solo di Wonder e dei suoi amici. Tutti gli altri sono pregati di attendere l'eternità fuori dalle porte dell'universo.


Questo ampio prologo per spiegare tangibilmente cosa puoi trovare in Wonder edito da Giunti. Un libro uscito nel 2013 che conosco bene, avendo lavorato all'epoca per il suo lancio, ma, soprattutto, un romanzo che, raccontando le vicende di Auggie, il bambino dal volto diverso, ci fa vivere senza patetismi cosa significhi oggi essere altro, qualsiasi sia la diversità in oggetto.


Auggie è un ragazzo normale, ma con una faccia straordinaria. Nato con il volto deforme, protetto dalla sua famiglia per i primi 10 anni di vita, deve affrontare per la prima volta la scuola. Auggie è tenace, ma è pur sempre un bambino che ha bisogno di essere amato, che non è nato per combattere guerre. Ha la fortuna di saper vedere il lato buffo delle cose, di essere molto intelligente, ma convincere gli altri bambini ad accettarlo in un'età indefinita che volge all'adolescenza, è tutt'altro che semplice. E' brutto, è molto doloroso entrare ogni giorno in un'ambiente ostile che ti deride, che ti chiede di annullarti, di morire, persino, per il puro gusto di infierire, così che altri non possano infierire sugli stessi carnefici.


Un bellissimo romanzo, miracolosamente adatto a un pubblico di decenni come agli adulti. Un romanzo da leggere assolutamente che può essere goduto a più livelli, a cominciare dai precetti del signor Browne (il più famoso "Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile" ), ai brani musicali citati (da David Bowie in poi).


Stabilmente in classifica tra i libri più letti dall'anno della sua uscita è diventato un classico della letteratura mondiale. Recentemente ha goduto anche della trasposizione cinematografica che è riuscita a rendere bene lo spirito (eccetto il concetto di famiglia matriarcale, laddove il padre, eterno bambino è utile quasi essenzialmente ad alleggerire). Il romanzo, inoltre, si è arricchito di altri spin off, rappresentati dai punti di vista degli amici e compagni di Auggie, divenendo così una vera e propria collana.


Per chiudere, mutuando i versi di Beautiful di Christina Aguilera, citati nel romanzo, potremmo, quindi, dire che "le parole non possono abbatterti", ma abbattono gli stessi che le hanno pronunciate rivelandoli nudi rispetto al vuoto che li sostanzia. Leggi, dunque, Wonder che ti fa bene e fallo leggere a grandi e piccini, perché la bellezza ha tante forme, ma mai quella delle due madri di cui ti ho raccontato.


Se l'articolo ti è piaciuto leggi anche la recensione del romanzo più realista di Murakami.


Se sei appassionato di jazz ascolta la mia ultima playlist sul jazz scandinavo.


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